Il signor Arturo
Quando ho conosciuto il signor Arturo aveva quasi novanta anni. Nonostante l’età e la recente perdita di Francesca, ha conservato un eleganza inconfondibile dal fascino latino. La sua storia di mi ha affascinato.
Cileno di nascita, si era trasferito giovane a Philadelfia per studiare. Amante della vita, della bellezza e dell’arte si è laureato in Architettura. Non si sa se la passione dei viaggi è venuta prima o dopo quella dell’arte e degli oggetti antichi ma il connubio tra queste cose hanno reso la sua vita ancora più avvincente.
Sicuramente è stato un uomo di bell’aspetto, colto ed elegante, ha frequentato le più importanti “balere” e, come immagino, i salotti più ambiti della città. Era sempre corteggiato dalle donne ma lui, rispettoso e sincero, l’amore vero l’ha incontrato alla soglia dei quarant’anni.
Era ad una festa organizzata dall’ambasciata italiana a Philadelphia quando Francesca comparve per la prima volta nella sua vita. Non ci sono parole per descrivere quel momento, perché fu incontro dirompente in cui lui scordò ogni cosa e lei anche di avere un marito ed un figlio. Si incontrarono clandestinamente per qualche mese poi Francesca decise di rientrare nei panni di moglie e madre e il signor Arturo, per dimenticare, si trasferì a Chicago.
Quello fu il periodo più brutto della sua vita. Per rimuovere il dolore provò qualsiasi cosa, si chiuse in casa o passò periodi sempre fuori, lavorò tantissimo, frequentò altre donne, fece anche un figlio (di cui però non si è mai occupato). Dopo tre anni, finalmente guarito, tornò a Philadelphia dove comunque aveva lasciato numerosi interessi economici.
Svendette la vecchia casa senza neanche entrarci e compro una villa in un quartiere periferico molto lontano dai suoi luoghi abituali. Ormai aveva chiuso con il passato. Il giorno del trasferimento però, mentre era in un grande magazzino, una luce lo abbagliò facendogli irrimediabilmente scoppiare il cuore. Davanti ai suoi occhi c’era di nuovo Francesca, proprio li, casualmente in quel quartiere, casualmente in quel negozio. Da quel momento non ci fu più niente da fare e come se il tempo non fosse trascorso, tutto ricominciò più forte di prima.
Conviventi amanti e peccatori perché non c’era possibilità di separazione, divennero marito e moglie cinque anni dopo con la morte del marito di Francesca e la contemporanea approvazione della legge sul divorzio.
Cosi è iniziata la loro favola, una vita vissuta tra l’Italia e le Hawaii intervallata da viaggi avventurosi in ogni parte del mondo. Mano nella mano hanno passato insieme quasi 50 anni, divorando libri, rincorrendo l’arte in ogni sua forma o semplicemente passeggiando a braccetto. Non avevano bisogno di altro se non di se stessi ma erano gentili con tutti, benefattori con chi ne aveva bisogno, divertenti con gli amici.
Nonostante la recente perdita, il signor Gustavo non era triste ma al contrario sembrava rassicurante e sereno. “L’amore non si spezza con la morte, mi ha detto, resta nella vita perché ne è la ninfa. Quando anche io andrò via, il nostro amore partirà per una nuova metà e sarà per l’eternità.”
Non avevo mai pensato all’amore come entità a se che sopravvive alla morte, ma guardando bene il signor Gustavo mentre parlava mi sembrò di vedere l’alone di Francesca che gli sorrideva.